Pubblicato da: Just true respect | settembre 25, 2007

Enzo Striano – “Il resto di niente”

“Il resto di niente” non può essere considerato un semplice titolo per un libro scritto molto bene, nel quale alla lingua italica, si mescolano il portoghese, il francese e il dialetto napoletano, in una descrizione accurata della vivacità ed eterogeneità dell’ambiente napoletano di fine Settecento. Una frase carica non solo di significati negativi, ma piuttosto un’espressione triste che nasconde accanto alle sconfitte una storia piena di vita, di sogni, di speranze illuse e tradite, di lotte contro un sistema che travolge ieri come oggi una Napoli mai così bella, brulicante di gente, nobili, aristocratici, letterati, lazzari, caotica nelle sue gesta quotidiane, travolta da migliaia di odori. Il contesto storico non è quello attuale, non stiamo parlando dell’era della globalizzazione e delle tecnologie high-tech, ma siamo immersi nella capitale del Regno dei Borboni nella seconda metà del XVIII secolo; tuttavia si descrive una Napoli con gli stessi ritmi di vita della metropoli attuale. E’ in questo contesto che Striano, un’autore poco conosciuto e sottovalutato secondo il mio parere, ci narra la splendida storia di una delle prime eroine dell’Illuminismo partenopeo, Eleonora de Fonseca Pimental, portoghese di nascita, ma napoletana d’adozione: dopo una breve parentesi romana, si trasferisce a Napoli con la propria famiglia e subito si sente affascinata e attratta dalla magia che sembra avvolgere i contorni di questa città sempre immutabile nel tempo, caratterizzata dalle sue eterne contraddizioni e dalla sua struggente bellezza (ovviamente solo chi entra in sintonia con questa realtà può accettarne il mio commento). Gli anni sono quelli del fervore illuministico e delle suggestioni del messaggio democratico, diffuso prima con la Costituzione americana e poi, soprattutto, con le conquiste della Rivoluzione francese, che spingeranno a dar vita al disegno egualitario e libertario della Repubblica di Napoli. Questa avventura, nonostante la sua tragica fine, aiuta a mettere in risalto tra i suoi protagonisti le gesta poco conosciute di questa donna portoghese, poetessa, scrittrice e tra le prime donne giornaliste in Europa, di cui il libro ne ricostruisce la vita sia come donna che come rivoluzionaria. Non vi racconterò più nulla perché spero di aver convinto qualcuno a leggere questo splendido romanzo, che non solo descrive le passioni di una generazione di letterati sognatori ma, al tempo stesso, permette di conoscere un po’ meglio la Napoli del passato, una città che, ieri come oggi, sembra non mutare pelle dinanzi alle sollecitazioni della Storia: il resto di niente.

Daniele_JTR


Risposte

  1. L’ho letto poco e mi è piaciuto moltissimo. Ne parlerò nel mio blog appena trovo il tempo per scrivere le mie impressioni. Il ritratto di Napoli è strepitoso, condivido


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